DEVIL

#22 - La strada per l'Inferno

(2a parte): L'abisso guarda in te

 

 Storia:

Carlo Monni

 Supervisione:

Tobia Brunello

 Impaginazione:

F. Graziano e F. Strozzi

 Editor-In-Chief:

Carlo Monni

Inferno2 creato da Fabio Volino

 

 

Immagine che contiene cielo

Descrizione generata automaticamente

 

MARVELIT - http://www.comicus.it/marvelit

 

 

 

1.

 

            Il mio nome è Ben Urich e sono un giornalista. Il mio mestiere è raccontare alla gente gli avvenimenti, informarla su ciò che accade. In teoria, questo dovrebbe servire a far sì che quella stessa gente possa agire col giusto giudizio, ma, spesso, si tratta solo di soddisfare curiosità morbose. Prendete oggi, ad esempio: i demoni hanno invaso New York e quando dico demoni, intendo proprio i classici mostri con zanne e bava alla bocca e, magari, un bel paio di piccole corna sulla testa, ecco, proprio quel tipo di demone lì. Domani potrebbe non esserci un giornale da pubblicare, eppure io e la fotoreporter Angela Yin siamo qui, decisi ad informare il pubblico a qualunque costo, il che potrebbe includere le nostre stesse vite o peggio.

            Se vuoi narrare storie infernali, quale posto migliore di Clinton, il quartiere un tempo noto come Hell’s Kitchen? Mai nome fu più appropriato ora come ora. Ma, diciamoci la verità, non sto pensando a questo, adesso. Sto guardando un uomo in costume grigio e rosso che sta malmenando un uomo di colore. Conosco l’uomo in costume, o, almeno, credo di conoscerlo. Devil, l’Uomo senza paura, il mio vecchio amico, ha usato quel costume in un breve periodo in cui non era esattamente se stesso e non credevo che l’avrebbe mai più indossato. Invece eccolo qui, con un’attitudine più violenta e spietata del solito, malmenare il povero Turk.

-Devi dirmi quello che voglio sapere, Turk…- gli sta dicendo, mentre lo tiene per il bavero e lo schiaffeggia ripetutamente. -Tu sai di che parlo e ti assicuro che me lo dirai o il conto del tuo ospedale salirà vertiginosamente.-

-Devil, se sei proprio tu, fermati!- gli grido, mentre Angela fa il suo dovere e continua a scattare foto.

            Lui mi guarda, affermazione non proprio esatta, visto che, se dietro quella maschera c’è Matt Murdock, lui è cieco dall’età di 15 anni e la sua menomazione è compensata da altri quattro sensi sviluppati all’inverosimile ed un senso radar non dissimile da quello dei pipistrelli. Mi guarda, dicevo, con espressione alterata.

-Ti avevo detto di non impicciarti degli affari miei, Urich. Turk deve sapere chi ha messo una taglia sulla mia testa e me lo dirà, non è vero Turk?-

-Te… te l’ho già detto, Devil, io non so niente, nessuno lo sa chi sia.-

-Risposta sbagliata, Turk. Ora riprovo a chiedertelo: chi è che mi vuole morto? Rispondi, la mia pazienza è al limite. Un buffone è disposto a pagare un milione di dollari per la morte di Devil e non posso credere che nessuno sappia chi è!-

-Devil!- la voce risuona come una palla di cannone –Io ti ucciderò non per i soldi, ma per l’onore!-

            Il Gladiatore! Proprio ora doveva farsi vedere. Eppure, c'è qualcosa di strano in lui ed anche Devil lo percepisce. Il portamento, la voce, mi ricordano Melvin Potter, ma lui è guarito da tempo. Ormai, è un cittadino sano e responsabile, non può essere tornato ad essere il Gladiatore vero? Questa città sta davvero impazzendo.

            I due ragazzini si chiamano Darla ed Eightball e sono membri della banda chiamata i Ciccioni. Nella confusione seguita all’arrivo dei demoni, sono rimasti separati dagli altri ed ora, la loro unica speranza di sopravvivenza consiste nel rimanere nascosti finché non troveranno un modo sicuro di raggiungere la Chiesa di Nostra Signora della Misericordia, il solo luogo in cui, lo sentono, saranno veramente al sicuro. Darla Kowalsky siede, tremando, tenendosi le ginocchia con le braccia. Ha, ormai raggiunto quell’età in cui si sta cessando di essere bambine, ma non si è ancora diventate donne ed oggi teme che non vivrà per vedere il suo fisico sbocciare. Ne varrà la pena poi? Per finire come sua madre con la droga ed uno "zio" diverso ogni giorno? Dinanzi a lei, il ragazzo che si fa chiamare Eightball, stringe i denti. Ha la stessa età di lei e vorrebbe tanto sentirsi un uomo, adesso, vorrebbe allungare la mano e toccarla, dirle d i non aver paura, ma lui stesso sente un nodo allo stomaco. Non deve farlo vedere, i veri uomini non hanno paura, non piangono mai, non è vero?

            Guardo un panorama apocalittico fuori dalla Chiesa e mi chiedo se questo posto non sia rimasto l’unica isola di sanità in un mare di follia. La gente muore là fuori ed io mi sento in colpa, perché sono al sicuro. Io, Sean Patrick Gawaine, mi sto forse nascondendo dietro la mia tonaca? La mia fede è ridotta, forse, ad un semplice scudo? Una mano si posa sulla mia spalla ed una voce gentile mi dice:

-Non devi sentirti in colpa Sean, stiamo aiutando molta gente qui.-

            E’ Suor Maggie, naturalmente. Non mi chiedo come sapesse a cosa stavo pensando, ha una sorta di talento naturale a leggere nei cuori della gente

-Non so se faccio abbastanza. A volte mi sento davvero prendere dalla frustrazione.- rispondo

-Lo capisco Sean, più di quanto tu creda, ma non devi farti prendere dallo sconforto. Siamo tutti imperfetti Sean, tutti abbiamo i nostri peccati da farci perdonare, eppure andiamo avanti e facciamo del nostro meglio. È solo questo che Lui ci chiede.-

-Sembra impossibile che tu abbia peccati da farti perdonare Maggie.- le dico e lei mi lancia uno strano sguardo

-Oh, saresti molto stupito al riguardo, Sean credimi. Si, credimi davvero.-

Vorrei dirle qualcosa, quando mi si avvicina uno dei Ciccioni, Butch, e mi dice:

-Padre, Eightball e Darla non sono qui. Io credo che siano là fuori, in mezzo a quei demoni.-

            Ha ragione, ovviamente. Il pensiero di quei due ragazzi, soli e braccati dai demoni e dalla gente impazzita, è intollerabile.

-Posso andare a cercarli io.- interviene Nyla Skin, un’amica di Matt Murdock, una ragazza di colore che stringe al petto il figlio, un bambino di circa due anni dalla pelle color caffelatte. So benissimo cosa risponderle:

-Escluso. Tu devi badare a tuo figlio, non puoi permetterti di correre rischi. Andrò io, non ci sono discussioni.-

 

2.

 

            È Melvin Potter, non ci sono dubbi. Dopo tutto questo tempo è tornato ad essere il Gladiatore. Peccato per te Melvin, non so cosa ti sia successo, ma, se hai deciso di tornare sulla via del crimine, allora dovrai pagarne il prezzo.

-Difenditi Devil, in nome dell’Imperatore!- esclama.

            Ancora quella fissazione da antico romano? Beh, non importa, quel che importa è che deve essere neutralizzato. Se spera di avere di fronte il vecchio Devil compassionevole si sbaglia di grosso. Il suo primo assalto è decisamente un po’ goffo e facile da respingere, ma.eccolo tornare all’assalto

-Per la gloria di Cesare, tu morrai Devil!-

            Evito di misura le sue lame rotanti e lo colpisco al plesso solare con un calcio, lui barcolla, ma resiste. È sempre duro come lo ricordavo

-Che c’è Melvin? Non sopportavi più la dura vita del sarto? Avevi bisogno dell’eccitazione di una vita criminale?-

-Zitto!- replica infuriato -Melvin Potter era un debole, incapace di difendere se stesso e coloro che ama, ma il Gladiatore è di tutt’altra pasta, avrò la vendetta su tutti coloro che hanno infamato il mio nome e, visto che t’ho incontrato, comincerò proprio da te!-

            Magnifico. È di nuovo matto come un cavallo. Un cuore tenero come Matt Murdock cercherebbe di farlo ragionare, ma Devil è diverso da Matt, a me interessa fermarli i criminali. Certe questioni spettano ai tribunali o agli psichiatri, non a me. Io mi limiterò a stenderlo, sempre che non sia lui a farlo a me, ovvio.

            In una redazione semivuota, la giornalista di Now, Joy Mercado, sta continuando una ricerca che per lei è diventata una vera e propria ossessione. Oggi ha incontrato un uomo che indossava un costume che Devil ha indossato per breve tempo. Quell’uomo ha affermato di essere Devil e, forse, gli si può credere, ma la domanda è: quale Devil? Anzi, la domanda vera è: quanti Devil ci sono stati? La versione ufficiale è che l’originale Devil, la cui vera identità era quella di Mike Murdock, gemello dell’avvocato Matt Murdock, è morto durante uno scontro con lo Sterminatore e gli Ani-Uomini e che un altro, la cui identità è ignota, ne prese il posto poco dopo. Infine c’è un terzo Devil, comparso poco prima di una presunta morte di Matt Murdock e che affermava di essere un uomo diverso dai precedenti. Diceva la verità? E se si, che fine ha fatto dopo che è ricomparso il Devil precedente? E lui dov’era? In qualch e modo tutto ruota intorno a Matt Murdock. Joy ha accumulato dati al riguardo. Su Mike Murdock non ci sono praticamente dati, come se dal giorno della sua nascita di lui si fossero perse le tracce. Una ricerca sulla rete ha dato come risultato solo una conferenza stampa di Matt Murdock, anni prima, per negare di essere Devil e raccontarne la storia e, poi, nientemeno che un’intervista alla rivista "Rolling Stones", in cui era stato lo stesso secondo Devil a raccontare la storia dal suo punto di vista. C’era anche un’intervista con Wilbur Day, il supercriminale noto come Stilt Man in cui rivelava che lui e Marauder avevano rapito Murdock, Franklin Nelson e Karen Page per farsi rivelare la vera identità di Devil, e che Murdock aveva ceduto, rivelando loro che Devil era il suo gemello. Marauder era apparentemente morto in uno scontro con Devil stesso, mentre Stilt Man non aveva potuto sfruttare l’informazione perché era stato catturato dall’Uomo Ragno e, mentre era in prigione, aveva ap preso della morte del primo Devil e dell’esordio del secondo. La storia di Devil era, ovviamente, molto intrecciata con quella di Matt Murdock, a volte in modo curioso e non sempre chiaro. La storia della Vedova Nera ad esempio: Matt Murdock si trasferisce a San Francisco e va a vivere nella stessa casa con la Vedova Nera. La Vedova, allora, era la compagna di Devil nella lotta al crimine e non solo, fu per questo che sorse il sospetto che Devil fosse Murdock e, quando, la cosa fu chiarita, qualche velenosa penna delle cronache mondane insinuò che Natasha Romanov intrattenesse un "menage a trois" sia con l’avvocato, che con il supereroe, cosa che nessuno degli interessati si curò mai di smentire.

Tutte cose interessanti, pensa Joy, a parte l’ultima, forse, ma a che le servono? Non spiegano il mistero del Devil "grigio", tuttavia, lei ne è certa, deve esserci una spiegazione a tutto e si trova nei fatti. Deve solo ordinarli e non si fermerà finché non l’avrà fatto.

Uno scenario apocalittico. quello in cui mi aggiro, una zona di guerra in cui la sola divisione che conta è quella tra predatori e prede. Vorrei poter dire che sono solo i demoni quelli che infestano queste strade, ma, a quanto pare, la loro sola presenza sembra aver portato alla luce i lati peggiori dei cittadini di questa città, o forse, chissà, era solo il pretesto che molti aspettavano per dar sfogo, finalmente, ai loro istinti più bassi. So che un prete dovrebbe credere all’innata bontà del genere umano, ma oggi mi sento particolarmente sfiduciato. Attraverso strade in cui si vedono, tangibili, i segni della violenza e comincio a dubitare che troverò mai Darla ed Eightball. Forse arriverò troppo tardi per loro, forse…

-Fermo dove sei, prete.-

            La voce dura mi ricorda che in queste strade una distrazione può essere fatale

-Non dovresti girare da solo, prete, io ho sempre odiato voi corvacci neri.-

            Tre dei Wildboys, una banda che ha dato molti grattacapi al quartiere.

-Che volete fare?- gli chiedo

-Farti a fettine e portarti via quella bella tonaca nera.- mi dice il capo del gruppetto agitando il suo coltello di fronte al mio naso. A quel punto, perdo la pazienza e scatto, afferrandogli il polso e torcendoglielo. Prima che possa reagire, gli piazzo un sinistro al mento, poi, colpisco quello che gli sta vicino con un potente destro, di quelli che mi resero famoso quando ero un pugile. Gesù raccomandava di porgere l’altra guancia, ma, per oggi, non ho alcuna voglia di segure quel precetto, se dovrò, rimedierò in Confessione. Mi rivolgo al terzo, ma quello è troppo vigliacco per tentare di affrontarmi.

-Aiutoo!-

            È la voce di una ragazzina, Darla, e viene da dietro l’angolo. Non perdo altro tempo e corro. La voce viene dalla palestra Fogwell, devono essere lì. Qualunque cosa stia accadendo, devo arrivare in tempo, devo.

 

3.

 

            Deborah Harris ha paura. Pensava di essersi lasciata alle spalle il passato, poi è arrivata quella telefonata e per lei è stato come ripiombare indietro di oltre dieci anni. All’epoca era sembrato il solito caso della ragazza che si fa irretire da un uomo più anziano, nel caso in specie, un amico di suo padre, ma Abner Jonas non era un uomo come gli altri, niente affatto e l’aveva coinvolta nel suo piano per impadronirsi del potere politico a New York con mezzi illeciti, e lei era stata d’accordo; in fondo la eccitava l’idea di partecipare al complotto, ad un vero intrigo. Jonas l’aveva perfino spinta a cercare di sedurre Foggy Nelson, candidato del suo Partito Riformista alla carica di Procuratore Distrettuale di Manhattan, perché fosse malleabile alle pressioni dell’Organizzazione da lui creata, e a tale scopo l’aveva anche convinta a fingere il suo stesso rapimento. Quando aveva capito che Jonas, nei panni del misterioso Organizzatore, era dispost o ad arrivare sino all’omicidio, Debbie aveva cercato di tirarsi indietro, ma lui non glielo avrebbe permesso, se non fosse stato per l’intervento di Devil; e lei fu felice, allora, di aiutare il giustiziere mascherato a distruggere l’Organizzazione, smascherando Abner Jonas in diretta TV. Lei, grazie alla collaborazione prestata, se la cavò con pochi mesi di prigione e fu presto liberata sulla parola. Ironicamente, la prima persona a cui si rivolse, appena uscita di prigione, fu proprio Foggy. S’innamorarono e si sposarono, ma, naturalmente, fu di nuovo lei a rovinare tutto e lo fece nel modo più sordido, tradendolo con un uomo che non valeva la metà di lui. Fine del matrimonio, fine di tutto, almeno finché non aveva rivisto Matt Murdock. Non prevedeva di innamorarsi di lui, non aveva mai pensato che potesse succedere, non ai vecchi tempi, almeno. Lei era la donna di Foggy e lui era l’uomo di Karen, discorso chiuso. Ora le cose erano cambiate: lei non vedeva Foggy da anni e Kare n…. Karen era morta. Solo per questo, pensa Debbie, Matt aveva potuto pensare a lei non solo come amica. Matt era la cosa migliore che potesse capitarle dopo… dopo Foggy, e di nuovo si dimostra indegna. Può perdere tutto adesso e, ancora, sarebbe solo colpa sua, perché non è capace di chiudere con i suoi errori. Cosa può fare per risolvere il suo dilemma? Magari nell’Inferno che infuria in città il suo problema sarà risolto, ma se non accadesse? Se lui sopravvivesse? No, non permetterà a quell’uomo di far del male a lei, a Matt, a Foggy o chiunque altro, lo fermerà in qualunque modo. Estrae da un cassetto una pistola e ci passa sopra le dita. In qualunque modo, pensa.

            Il nome della ragazza è Nyla e, con il suo bambino in braccio, guarda fuori dalla finestra della Chiesa. A qualunque cosa stia pensando, appartiene solo a lei. Senza fare molto rumore, la raggiungo.

-Credo che tuo figlio sia stanco.- le dico con voce sommessa

-Suor Maggie!- esclama voltandosi

-Spero di non averti fatto paura.-

-No è solo che… beh ero soprappensiero e non l’ho sentita arrivare. Pensavo a quelle creature la fuori. È da un po’ che stanno quiete.-

-Forse, con l’aiuto di Dio, il pericolo è passato.-

            Nyla scuote il capo

-Non credi in Dio, forse, Nyla?- le chiedo.

            Lei accenna ad un sorriso

Non lo so.- risponde –Forse è strano detta da una che, oltre a qui fa la volontaria anche in una Chiesa Battista di Harlem, ma ammetto di non pensarci molto… forse… chissà…. Non crede che Dio non dovrebbe permettere tutto questo?- mi fissa e continua –Scusi, forse mi considera irriverente.-

-No, hai detto quel che pensi e basta. Per quanto mi riguarda, penso che Dio agisca in modi per me misteriosi e mi rimetto alla sua volontà. Ora mi sembri stanca. Vuoi darmi tuo figlio, che lo mettiamo a dormire?-

            Lei mi passa il bambino. Il suo nome è Jack, lo stesso nome di… del padre di Matt. Non è una coincidenza, Nyla ha conosciuto Matt quando lui era in preda all’amnesia ed aveva adottato il nome di Jack Murdock. Lei ha, semplicemente, dato al figlio il nome di un uomo per cui aveva provato un forte sentimento. C’è una domanda che non ho mai fatto a Nyla, ma non spetta a me chiedere certe cose. che appartengono alla sua privacy e, comunque sia, io fra tutti, non ho il diritto di giudicare questa giovane donna. Ognuno di noi ha i suoi fardelli da portare ed alcuni sono più pesanti di altri.

            Quando il demone entra nel seminterrato e li vede, Darla è la prima ad urlare. Eightball si alza in piedi. Ha paura, vorrebbe scappare, ma non può abbandonare Darla e lei ha troppa paura per muoversi. E poi, dove potrebbero fuggire? Il demone, anzi i demoni, ora, bloccano la sola uscita. Il ragazzo afferra il suo skateboard, deciso ad usarlo come una clava finché potrà, poi, all’ultimo momento, un colpo di pistola.

-Tornatevene all’inferno che vi ha vomitati!-urla una voce decisa.

            In rapida successione, il nuovo arrivato scarica un intero caricatore sui tre demoni dinanzi a lui. Mentre i tre esseri infernali svaniscono in una nube di polvere, Eightball riconosce il suo salvatore.

-Allenatore Fenton!-

            Thomas Fenton, detto Pop, sorride

-Sono proprio come la cavalleria nei film western, vero figliolo?- commenta l’anziano gestore della Palestra.

            In quel momento, arriva una figura vestita di nero,

-Padre Gawaine!- esclama Darla. -È arrivato anche lei.-

-A quanto vedo, ve la siete cavata bene anche senza il mio aiuto.- commenta il prete

-Pura fortuna, penso, o, magari, l’aiuto del tuo Principale, lassù, Kid.- replica Fenton –Cosa ci fai da queste parti?-

-Cercavo proprio questi due scavezzacollo.- risponde Gawaine indicando Eightball e Darla –Non per darvi consigli, ma, forse, in Chiesa saremo più al sicuro da queste creature.-

-Saggio consiglio, figliolo.- aggiunge Pop –L’avete sentito ragazzi? Muoviamoci.-

            Mentre escono, Darla sussurra al suo giovane compagno

-Sei stato grande con quei diavoli! Mi avresti davvero difeso sino alla morte?-

-Eh? Si, certo, non ti avrei mai lasciata sola.-

-Lo sapevo.- dice lei e gli schiocca un bacio sulla guancia

            Wow, pensa Eightball e si sente quasi di poter volare. Se lo sapessero gli altri….no, forse è meglio di no, mi prenderebbero in giro per settimane…eppure… è stato bello, no?

 

4.

 

            Li vedo battersi e non riesco a credere a quel che vedo. Melvin Potter ha, di nuovo, ceduto al suo lato oscuro e Devil non è da meno di lui. Laddove, un tempo, avrebbe cercato di ricondurlo alla ragione, ora vuole solo sfogare tutta la sua violenza. Forse c’è un solo modo per ricondurre tutti alla ragione, tutto dipende dal fatto che io sia capace di ritrovare un numero telefonico. Se solo fosse ancora nella mia agenda e se solo lei arrivasse qui in tempo. Ci sono due uomini da salvare prima che sia troppo tardi per entrambi.

         Devo ricordarmi di portare offerte alle chiese di New York quando tutto sarà finito. Ho passato l’intera giornata a respingere assalti di esseri che possono essere chiamati solo: demoni. Il soprannaturale per me ha sempre avuto scarso significato. Se esiste un inferno, allora è quasi certo che vi sono destinato. In attesa di quel momento, però, mi godo ciò che la vita ha da offrire. Nella specie: il potere ed il denaro. I miei detrattori mi hanno chiamato il Gufo con disprezzo, io ho adottato questo nome con orgoglio e ne ho fatto un nome temuto da tutti. Nessuno mi porterà via ciò che è mio, nemmeno i demoni dell’Inferno.

-Lapide!- chiedo imperiosamente –Come stanno andando le cose?-

-Abbiamo avuto molte perdite.- risponde con la sua abituale freddezza, il mio Killer di fiducia –Alcuni dei nostri uomini sono stati presi da crisi di violenza e si sono uccisi tra loro, altri sono crollati alla vista dei Demoni. Ce ne sono alcuni che sono crollati in ginocchio e si sono fatti sbranare senza fare resistenza. Ne ho sentito uno dire che era quello che meritava per i suoi peccati. Da non credere.-

         Sogghigno amaramente.

-Tu, invece, vedo che sei sempre padrone di te.- gli dico

-Sono come lei, capo.- mi risponde –Non sarà un branco di esseri strani, venuti da chissà dove a rovinarmi la vita.-

         Mentre parla, punta la pistola ed abbatte un demone non lontano.

-Ben detto Lapide.- commento –Per quando questa storia sarà finito, voglio che sia organizzato il nuovo meeting coi capi del Maggia. È il momento di chiudere le questioni in sospeso.-

         Lapide fa una smorfia, che potrebbe essere un sorriso, e replica:

-Sarà fatto, Gufo.-

         Perfetto, come ho detto: non permetterò a niente o nessuno, che sia di questa terra o di un'altra, di disturbare i miei piani.

            La mia fortuna, al momento, è che Melvin è ancora disabituato ad agire come Gladiatore. I suoi riflessi sono ancora abbastanza lenti, rispetto ai miei, ma, alla fine, perderò anche questo vantaggio. Devo essere risoluto e colpirlo senza pietà. Scarto, salto, evito le sue lame, lo colpisco. Lui reagisce, io salto ancora, evitando i suoi colpi e ricomincio la mia pantomima. Quante volte l’abbiamo fatto Melvin? Quante futili battaglie abbiamo combattuto per ritrovarci sempre qui, allo stesso punto di prima? Non questa volta, Gladiatore. Sei stato tanto stupido da ricascare nelle tue ossessioni? Peggio per te, stavolta niente compassione, solo una battaglia senza quartiere. Unisco i due pezzi del mio bastone sino a farne un’asta, che, poi, uso per saltare oltre la sua testa, poi, con rapida efficienza, ridivido i due pezzi e li riunisco a formare un nunchaku. Il Gladiatore mi attacca. È come un elefant e in una cristalleria, non si cura di coloro a cui può far male, attacca deciso a distruggere. Sento Ben Urich gridarmi qualcosa, ma non ci bado, sono troppo concentrato su Melvin. Il colpo del mio nunchaku s’infrange contro il suo elmo e lo rallenta a malapena. Scatto verso di lui e gli imprigiono i polsi con la catena.

-Idiota!- mi fa lui –Non ti servirà a niente, mi libererò presto.-

-Se te ne darò il tempo!- replico e lo colpisco all’altezza del pomo d’Adamo, l’unico punto vulnerabile del suo elmo. Lui annaspa come se cercasse di respirare ed io lo martello di pugni

-Basta!

È una voce di donna e la conosco, non mi sbaglio. Il mio radar inquadra l’assistente sociale Betsy Beatty, la compagna di Melvin

-Basta, per favore!- ripete

            Melvin si ferma e la guarda

-Betsy!- esclama –Stai bene!-

-Certo che sto bene, grazie al cielo. Ma tu, Melvin, perché hai rimesso quel costume?-

-Ho sentito le tue urla al telefono, credevo ti avessero fatto del male e nessuno ti fa del male senza pagarla. Ho giurato di ucciderli tutti e lo farò, per la tua gloria e quella di Roma!-

-Per l’amor del Cielo Melvin, guardami, Quante volte abbiamo detto che la violenza è sbagliata? Tu non sei più il Gladiatore e ridiventare lui non ti aiuterà, anzi, distruggerai tutto quello che hai, tornerai solo un fuggiasco, un uomo che vive per uccidere od essere ucciso, è questo che vuoi?-

            Sento la loro discussione ed intanto serro i pugni. Se il Gladiatore fa una mossa sbagliata, sono pronto a colpire

-Tu non capisci Betsy.- Replica lui –Io sono il Gladiatore. Sono il migliore ed il più forte e chi mi si oppone deve cadere nell’arena.-

-Se è davvero quel che pensi…- ribatte Betsy -…dovrai colpire me per prima, perché non ti lascerò andar via per ferire degli innocenti. Avanti Melvin, se davvero sei solo il Gladiatore, non avrai scrupoli a fare quello che devi, no?-

            Sento il braccio di lui scattare e mi preparo a saltare verso di lui, quando….Il suo braccio ricade inerte, le sue lame cadono a terra e lui si toglie l’elmo

-Hai ragione, Betsy.- dice –Il Gladiatore mi ha sempre portato solo male e…non capisco come ho potuto credere che indossare di nuovo quest’armatura avrebbe potuto risolvere i miei problemi. Perdonami.-

-Non sei stato l’unico oggi a soccombere al proprio lato oscuro. –commenta lei –Tu sei stato forte, perché hai saputo reprimerlo, alla fine. Altri non ne sono stati capaci.-

            Parla di me? Anche io ho ceduto al mio lato oscuro? Dev’essere così altrimenti perché avrei rimesso questo costume maledetto? Il costume. È la prima volta che ci penso razionalmente da quando l’ho indossato stamani. Questo costume ha rappresenta ormai, solo un periodo della mia vita che volevo dimenticare, eppure… si finisce sempre per fare i conti col proprio passato no? Avevo giurato di non attraversare mai la linea che divide quelli come me dai vigilanti spietati come il Punitore, ma, invece, l’ho oltrepassata senza nemmeno rendermene conto.Posso ancora rimediare o è troppo tardi? No, se Melvin ce l’ha fatta, posso farcela anch’io. Devo.

-Devil, dobbiamo parlare.- mi apostrofa Ben Urich

-Non adesso, Ben, devo stare solo, pensare…-.

            Non mi ci vuole molto per saltar via, quando mi fermo, mi rendo conto di essere arrivato dinanzi alla Chiesa di Nostra Signora della Misericordia. La strada è deserta adesso, ma, fino a poco fa c’erano quei demoni, ne riconosco l’odore. Aspetta, sta arrivando gente. Riconosco i battiti di Padre Gawaine e Pop Fenton. Con loro ci sono due ragazzi. Mi ricordo di loro: appartengono alla gang dei Ciccioni, La porta della Chiesa si apre, proprio mentre salto giù. Sulla soglia riconosco la lieve fragranza dell’odore di Suor Maggie. Pop si volta a guardarmi sorpreso

-Devil, sei proprio tu?- esclama

-Non ne sono tanto sicuro.- rispondo. Percepisco i loro sguardi perplessi. Prima che facciano altre domande, mi affretto a dire: -Posso entrare Padre? Ho bisogno di sgravarmi la coscienza.-

-Certo, certo.- risponde "Kid" Gawaine e mi fa strada.

            Sento su di me gli sguardi di tutti e m’immagino cosa si stanno chiedendo. Vorrei poterne parlare con Maggie e vorrei poter salutare Nyla e suo figlio, ma mi sento così stanco.

Attraverso la navata e raggiungo il confessionale. Aldilà della grata percepisco la presenza di Padre Gawaine. Non può vedermi ed io, con un gesto improvviso, mi tolgo la maschera e l’accartoccio nel pugno, poi, dopo, una breve esitazione, dico:

-Mi benedica, Padre, perché ho peccato.-

 

FINE SECONDA PARTE

  

[3]NOTE

 

 

Non c’è molto da dire su quest’episodio, sicuramente marginale nell’economia di INFERNO², ma con risvolti, che, invece, saranno importanti per il nostro cast negli episodi a venire. In particolar modo:

1)    a cosa porteranno le ricerche di Joy Mercado su Matt Murdock e la storia dei Devil? Probabilmente, credete di saperlo, ma attenti: forse vi sbagliate e sarete sorpresi da quanto succederà in seguito. Io, almeno, lo spero;

2)    Melvin Potter ha riacquistato la sua sanità mentale ed ora, smessi i panni del Gladiatore, tornerà alla sua vita tranquilla e non lo rivedremo per molto tempo, giusto? Sbagliato. Ritroveremo presto anche Melvin (ma non nei panni del Gladiatore), contateci;

3)    4)   ricordate la taglia di un milione di dollari che Frank Farnum, Marauder, ha messo sulla testa di Devil e dell’Uomo Ragno? Fate bene a ricordarvene, perché ne risentirete parlare prestissimo.

 

Carlo

 

 

[4]ANTEPRIMA

 

 

Nel prossimo episodio: dopo la parentesi infernale, il processo ai boss del crimine si avvia alla sua conclusione e, nel frattempo, sia Matt Murdock, che Devil, dovranno affrontare delle prove impegnative per la loro stessa vita. Se volete saperne di più, non mancate al prossimo episodio.